L’Italia e le imprese, Cottarelli: «Affrontare burocrazia e costo dell’energia»

17 maggio 2025 alle 11:15aggiornato il 17 maggio 2025 alle 11:18

L’Italia di oggi e quella del futuro. Con lo spread in calo, ma il debito troppo alto e la crescita lenta. Ne ha parlato a Radar, su Videolina, Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano ed ex direttore del Fondo Monetario Internazionale.

Le prospettive sui mercati? «Siamo in un momento di relativa tranquillità rispetto al debito italiano. Grazie alla rete di protezione aperta dalla Bce nel 2022. Questo comporta la possibilità di un intervento della Banca in casi di attacco speculativo, come avvenuto nel 2011 e 2012. L’importante è avere i conti in ordine in termini di deficit e rispettare le regole europee. L’incertezza è che questa rete non è mai stata attivata».

Trump fa marcia indietro sui dazi e apre la trattativa con Europa e Cina. Ma il resto? Il capitale umano è ancora attratto dagli Usa? «La preoccupazione di Trump e la Cina, non l’Europa. Il suo attacco alle Università americane può essere un’occasione per l’Europa, con il rientro dei "cervelli". Sta a noi sfruttare questa possibilità».

Il problema dell’Italia? «È un Paese dove è molto complicato investire e fare attività d’impresa. È alto il livello di tassazione (ma per abbassarlo bisognerebbe tagliare la spesa) poi c’è la burocrazia e il costo dell’energia. Ma se partiamo da questi due punti si risolve la questione degli investimenti. Servono gli investimenti pubblici, ma sono sempre troppo lenti. E qui torniamo al problema burocrazia».

Nel settore pubblico è soprattutto una questione di regole? «C’è anche la questione del personale. Bisogna riformare la gestione dei dipendenti pubblici, introdurre criteri di merito. Il Governo ha un disegno di legge che sta passando sotto silenzio. E’ un brutto segnale. Ma sarebbe la riforma che vale la legislatura».